Musica

Marco Sbarbati : un busker fra la strada e Youtube.

Marco Sbarbati : un busker fra la strada e Youtube.

Marco Sbarbati, maceratese di origine ma per motivi di studio ( è iscritto al Dams)  "naturalizzato" bolognese, ha 28 anni ed ha vissuto – e sta vivendo tuttora - un' esperienza che da sola varrebbe già mille canzoni. Come in un sogno, nella sua vita sono comparsi i nomi di Lucio Dalla e di Caterina Caselli, compare Bologna come città di adozione artistica ma soprattutto ci sono chitarra, amplificatore e piazze come percorso formativo. Ora ha da poco pubblicato Backwards, il  suo primo singolo ma, seppur accantonate per un attimo, non ha del tutto abbandonato la strada e la filosofia del busker...

Quando e come la musica è diventata una passione così forte da spingerti a dire “Prendo la chitarra e mi metto per strada” ?

Nel 2006 ero ad un festival di busker in un piccolo paesino delle Marche. Ho visto questa ragazza americana che suonava la chitarra e cantava per strada e ne sono rimasto molto affascinato. In quel periodo cantavo in una rock band (The Shabbies) ma nessuno mi prendeva molto sul serio. Lei invece, dopo avermi sentito cantare, mi ha detto di tentare veramente perché a suo parere avevo del talento. Così un giorno mi ha dato la sua chitarra e mi ha invitato a cantare i miei pezzi in Piazza Maggiore a Bologna, città in cui mi ero trasferito da poco per studiare. La cosa mi è piaciuta moltissimo e non conoscendo altri posti dove potermi esibire, ho passato i tre anni successivi a suonare in strada.

Immagino che quella del busker sia stata un tipo di esperienza che ti ha fatto incontrare i più vari e disparati personaggi “da strada”...Ricordi qualche incontro particolare a livello umano? O che ti ha ispirato una canzone ?

In strada ho conosciuto alcuni dei miei migliori amici di adesso. Di “personaggi” se ne vedono davvero tanti. Mi ricordo di questa signora che durante una mia esibizione, piegandosi verso la custodia della mia chitarra, mi ha detto: "Posso ? ". Io, pensando che volesse darmi dei soldi, le ho fatto un cenno con la testa per dirle che poteva e che la ringraziavo. Subito dopo mi sono accorto invece che stava prendendo le offerte che mi avevano lasciato i passanti. Ho pensato: "Perlomeno me lo ha chiesto, è stata gentile".

Quali sono i tuoi riferimenti musicali ?

Ascolto veramente di tutto. Al momento ascolto molto Battiato, Bon Iver, Ben Howard, David Bowie e Damien Rice. Traggo ispirazione da tutto, non solo dalla musica. Capisco a chi mi sono ispirato soltanto a lavoro terminato.

E quali erano le canzoni che ti piaceva cantare quando eri per strada ?

Avevo una lista davvero lunga, non so neanche come facevo a conoscerle tutte a memoria. Le mie preferite erano Hallelujah di Leonard Cohen, Case of you di Joni Mitchell, Eskimo di Damien Rice e molte altre. Diciamo che la scelta di cantare determinati pezzi, dipendeva anche dall'orario in cui andavo a suonare. Con gli anni si imparano davvero tante cose sul mondo del busking. Per me suonare in strada è stata una palestra.

La storia della tua “scoperta” da parte di Lucio Dalla ha molto della favola. Probabilmente lo avrai già raccontato mille volte ma... com'è andata ?

Era notte, stavo suonando in Piazza Maggiore quando mi sono accorto che Silvia, la mia coinquilina, mi guardava come per dirmi che qualcuno di molto importante si era fermato ad ascoltarmi. Quella persona era Lucio Dalla. Finita la mia esibizione è venuto a complimentarsi con me e mi ha lasciato un indirizzo e-mail su di un foglio stropicciato. Voleva che gli inviassi i miei pezzi e così ho fatto. Dopo quella sera, abbiamo collaborato insieme alla colonna sonora di un film, AmeriQua.

Il secondo incontro fondamentale è stato con Caterina Caselli...

Ho incontrato Caterina Caselli per la prima volta durante un “hangout” (videochiamata di Google) organizzato da Google e Sugar. In seguito sono stato contattato per fare un provino nel suo studio, chitarra e voce. Al provino ho cantato alcuni miei brani e una cover. Ero un po' nervoso, ma quando sono uscito dal suo ufficio, mi è sembrato di aver fatto una bella impressione. Ero contento.

Hai mai avuto la tentazione della “scorciatoia” dei talent show ? E cosa ne pensi in generale ?

Non ci vedo niente di male a tentare la strada del talent show, però bisogna esserne convinti e avere idee ben precise su quello che si vuole fare dopo. A volte le case discografiche chiedono compromessi troppo alti ed in quei casi avere un po' di esperienza non farebbe male. L'idea di uscire da un talent a diciotto anni ed essere catapultato nel mondo della musica con già una certa notorietà un po' mi fa paura, non so come reagirei. Io sono un tipo che deve abituarsi lentamente alle cose, quando una cosa mi succede troppo velocemente, mi spiazza sempre. In Italia, molti emergenti hanno fatto un talent, ma non vorrei che le persone pensassero che oramai fare musica significhi soltanto essere un cantante/interprete che ha una bella voce.

Prima la strada e le piazze, ora le piazze virtuali di internet e di YouTube. Pensi sia l'evoluzione naturale dell'esperienza da busker ?

Non mi considero un busker “puro”. Conosco busker che vivono esclusivamente suonando in strada, senza amplificatore, girando il mondo. In quel caso è un vero e proprio stile di vita. Io ho partecipato a molti festival sia in Italia che in Europa, ho suonato in molte piazze ma ho sempre avuto un supporto economico datomi anche da situazioni musicali diverse, come il suonare anche nei locali. Ho sempre voluto che la mia musica arrivasse alle persone e internet mi è sembrato il canale perfetto per farlo. Non credo che tutti i buskers aspirino a firmare un contratto discografico, alcuni non sono interessati al music business o a finire su YouTube. Tuttavia se amate fare musica, consiglio di usare il web perché nel mio caso è stato utile.

I busker all'estero sono considerati come una vera e propria risorsa musicale e non è raro che raggiungano il successo che meritano (penso su tutti a Glen Hansard). Tu che in strada e nelle piazze ci sei stato, come vedi la situazione qui da noi? Oltre ad internet, è davvero il talent show l'unica possibilità di sbocco ?

Conosco la storia di Glen Hansard e devo dire che ho notato anche io una situazione diversa all’estero. Il pubblico sembra molto più sensibile a questa forma d’arte. Ad esempio, non mi piace il nuovo regolamento varato dal Comune di Bologna riguardo l’arte di strada, è un passo indietro secondo me perché penalizza tutti quelli che si esibiscono con un amplificatore. Per riuscire nel mondo della musica serve, oltre al talento, anche fortuna. Ci sono tantissimi artisti che purtroppo non verranno mai notati, nemmeno dai talent. Le case discografiche dovrebbero aprirsi un po’ di più, anche se capisco che è molto comodo puntare su qualcuno che ha fatto un talent, perché diventa famoso ancora prima di registrare un album. In un certo senso, si rischia molto meno. Oggi tutti riescono a registrare un album in casa, l’importante è fare in modo che quelle canzoni arrivino alle persone.

Backwards è il tuo singolo d'esordio ma credo sia soltanto la punta dell'iceberg. Cosa dobbiamo aspettarci come prossimo passo ?

Negli anni ho scritto molte canzoni ma solo alcune di queste sono state registrate in un vero studio. Ho molto materiale su cui lavorare per il mio primo album. Non posso dire niente riguardo alla data di uscita, ma sarà composto da canzoni in italiano e in inglese.